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Dalla Razionalità alla Metarazionalità            
L’arte metarazionale veniva teorizzata nel 1982 da Beppe Bonetti (Rovato, 1951) che usava per la prima volta il termine, da lui creato, in una lettera indirizzata a Rudolph Rainer (Dusseldorf, D 1950) nell’intento di etichettare e dare forma ad un nuovo modo di vedere il mondo e, conseguentemente, di operare all’interno dell’arte. Entrambi provenivano da esperienze artistiche di matrice razionalista derivata dalle grandi scuole: Bauhaus, Vchutemas e Ulm, delle quali ritenevano però indebolita, se non esaurita, la carica propositiva. Beppe Bonetti considerava altrettanto insufficiente, nichilistico e irrazionale ma, soprattutto antistorico, l’apporto dato all’arte dalle tendenze informali; infondo si era alla fine di un secolo le cui conquiste, sul piano scientifico, erano innegabili ed irrinunciabili.

Dopo le prime mostre in Oriente (Giappone nel 1985) Bonetti accentuò nei suoi lavori un maggior distacco da un’idea di razionalità e di ordine, evidenziando in essi elementi di imprevedibilità e disordine che caratterizzeranno il suo lavoro fino a tutti gli tutti gli anni 90. Questi aspetti andavano parallelamente emergendo nel lavoro di Rudolph Rainer che portava nelle sue opere una componente mediata dalla scrittura e dalla calligrafia di un Oriente (India) a lungo frequentato.

Alla fine del 1999, l’incontro di Beppe Bonetti con l’artista croato Milan Zoricic (Drnis, 1955), praticante una pittura che riusciva ad essere razionale e nel contempo corrosa nella sua esattezza, diede ai tre artisti le ragioni estetiche ed operative per essere un gruppo. Così il L.I.G. (Last International Group) cominciava il viaggio. Un breve scritto che porta la data Milano 01/01/2000 indicava il programma che prevedeva (insieme ad operazioni concettuali ed happening) il superamento delle istanze, sia razionali concrete programmate, sia delle esperienze informali gestuali materiche, in una sintesi che contenesse entrambi gli aspetti del reale. Nata come critica del pensiero visivo razionale e delle sue certezze, la metafora di quest’arte (nella sua concretezza, così come negli allestimenti e video di forte valenza concettuale e simbolica) resta oggi campo aperto per nuove forme rappresentative, risultato di una visione del mondo che si proponeva e si propone, l’obiettivo ambizioso di conciliare due fondamentali aspetti dell’arte e della vita.






































Last Modified: 19 October 2024 14:18:44